A Sanremo sfila la politica ‘travestita’. Drusilla Foer getta la maschera: “Mi esibisco per sostenere il ddl Zan”

Esce allo scoperto, Drusilla Foer, l’artista travestita chiamata a condurre il Festival nel nome dell’inclusione e del politicamente corretto. L’attore fiorentino Gianluca Gori, alla Stampa, ammette candidamente che uno dei motivi della sua esibizione al festival è portare acqua alla causa del ddl Zan, la legge bocciata dal Parlamento con cui la sinistra voleva imporre norme ideologiche sull’identificazione di genere. Drusilla Foer, dunque, è un soggetto politico in un festival della canzone che dovrebbe essere di tutto e soprattutto andrebbe tenuto fuori dalle dispute ideologiche.

I suoi gusti sessuali, ovviamente, sono al centro dell’intervista “artistica” rilasciata al quotidiano torinese. “A me baciare piace, mi è sempre piaciuto. Senza distinzioni”, ci fa sapere, per poi illuminarci sul ddl Zan. Che peso può avere la sua presenza su un palcoscenico così popolare? gli chiedono. “Premessa: io non voglio convincere nessuno. Non mi piace persuadere, ma ispirare. Detto ciò, se la mia vena naïf può servire alla causa Lgbtq+ ne sono felice. Ma vorrei essere la paladina anche delle donne maltrattate e di tutte le persone per qualsiasi motivo tenute ai margini”. E le critiche di Pillon, secondo cui sarebbe più giusto mettere un padre di famiglia al suo posto? “Guardi, io rispetto il pensiero di chiunque. Figurarsi, può anche essere una bella idea far presentare un papà accanto ad Amadeus. Ma è il mettere ‘al posto di’ che non mi piace, perché allontana dalla civiltà. E la civiltà è la convivenza. Del resto, il nostro è un Paese dove da sempre convivono il pesto con la pizza margherita, la canzone napoletana con la scuola genovese dei cantautori. Pillon credo non sappia cosa dicono i miei messaggi di leggerezza. Gli ha solo dato un’etichetta. E comunque sono incredibilmente sorpresa nel vedere quante persone sono con me. Nel mondo del web, della politica, della cultura”.

Perfino l’editorialista di Repubblica, Natalia Aspesi, non certamente riconducibile a Pillon o alla destra, esprime forti perplessità sull’operazione “politica” di Drusilla Foer al festival di Sanremo. Nel suo articolo che esce sul Venerdì in edicola domani dice di apprezzare la bravura della signora Foer ma teme che la scelta di Drusilla come co-conduttrice della terza serata di Sanremo sia “il debito Rai alla famosa ‘inclusione’, una delle tante ipocrisie di questi tempi luttuosi”. Nulla a che vedere con altre, storiche performance en travesti come quelle dei Legnanesi o del grandissimo Paolo Poli, dice la Aspesi…

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