A Messina Giorgia Meloni fa il tutto esaurito: “Stiamo con te”

Ha faticato a passare tra i banchi del mercato di Vascone, Giorgia Meloni, accolta dai banchisti di Messina a furor di popolo. Che allungano le braccia per stringerle la mano. O che fanno a gara per regalarle frutta e pescato. Che al suo passaggio si aprono come il Mar rosso di biblica memoria per gridarle «Viva la prossima premier!». «Sei forte». «Stiamo con te». E la leader di FdI sa come muoversi. Come farsi spazio tra la gente. Come ascoltarla e intercettare i suoi bisogni e proporre le risposte efficaci. Si muove con la disinvoltura di chi è abituata a parlare al cuore del Paese, alla pancia delle nostre città. Come chi, da sempre, ha scelto una politica sociale “porta a porta”. Un modus operandi che entra nelle case e vive i problemi del vicino, del dirimpettaio. Che ascolta le recriminazioni e i drammi di famiglie. Disoccupati. Commercianti in crisi e pensionati in disarmo, e ne fa il punto di partenza del suo impegno politico e sociale.

Per questo, come racconta oggi il Corriere della sera in un plastico reportage del bagno di folla di ieri – che ha inondato di calore umano il passaggio di Giorgia Meloni al mercato messinese –quando al banco del macellaio la leader di FdI intercetta le braciole alla messinese, sono i propri ricordi familiari che fanno capolino. «Sono le bistecche del nonno, l’unico vero padre che ho avuto – dice sommessamente la Meloni –. Un siciliano tutto d’un pezzo… Ho sempre immaginato che Messina dovesse essere uguale a lui». E neanche a dirlo, quando due ore dopo si ritrova al tavolo con Matteoi Salvini al Circolo del Tennis, ecco amate braciole nel piatto: un assaggino – scrive il Corriere –   della scorpacciata elettorale che sarà»…

Il bagno di folla di Giorgia Meloni al mercato Vascone di Messina lo dimostra tangibilmente una volta di più: la leader di Fratelli d’Italia, che ha fatto di combattività e coerenza, sensibilità sociale e risolutezza pragmatica i ferri del suo mestiere e le leve del suo operato, è la protagonista di una destra in continua evoluzione. Più moderna e vicina alla gente. La rappresentante politica più gettonata dalle folle, sensibile ai problemi di cittadini comuni, famiglie, piccoli imprenditori, e alle loro necessità. Il contraltare esatto di una sinistra mainstreamaggrovigliata su se stessa, insomma. Di una comunità dem sempre più lontana dalle istanze dei ceti popolari, ma scrupolosamente attenta alle bizze di conventicole radical chic: con i riflettori puntati su Lgbt e migranti, le cui battaglie “civiche” hanno rimpiazzato quelle di antica memoria ingaggiate in nome e per conto del proletariato urbano.

Ce lo dicono i sondaggi, che traducono quotidianamente in numeri l’affermazione netta e costante di Giorgia Meloni. Ce lo hanno ribadito appena qualche giorno fa gli operai alla porta 2 di Mirafiori, che in un interessante reportage de La Stampa hanno dichiarato di votare “a destra”. Che ne hanno spiegato i motivi e argomentato la la propria convinzione («certo, né la legge Fornero né il Jobs act di Renzi che ha monetizzato il risarcimento per i licenziamenti ingiusti hanno favorito l’immagine della sinistra »). E che ne hanno confermato l’intenzione asserendo da più parti, proprio in quegli spazi, una volta roccaforte della sinistra: «Voterò la Meloni».

Un’ulteriore, significativa dimostrazione che, in uno scenario in cui la sinistra, arroccata nel Palazzo, è venuta a mancare nelle piazze in mezzo alla gente. Nelle fabbriche  tra i lavoratori. Nelle case dei cittadini occupate dagli abusivi, come nelle dimore improvvisate e abitate da famiglie sfortunate, in attesa da anni dell’assegnazione di un immobile popolare. E ancora: coi i grillini che hanno perso la spinta picaresca degli esordi, e Il Terzo Polo che stenta a trovare collocazione tra le due vie, Giorgia Meloni ha saputo intercettare le necessità della gente a livello nazionale.

Riesce a parlare di contenuti concreti e a rendere le sue proposte più efficaci e calzanti: su fisco, lavoro, sicurezza, immigrazione incontrollata, e tutto quello che rende uno Stato giusto e rispettato all’estero. L’ennesima conferma – e solo ultima in ordine di tempo – arriva allora dal mercato Vascone di Messina, dove ieri Giorgia Meloni ha letteralmente “spopolato”. Dimostrandosi completamente a suo agio tra commercianti e clienti, a parlare di prezzi. Rincari. Bollette. Difficoltà di arrivare a fine mese…

E non stiamo parlando di un comizio, ma di incontro tra i banchi di un mercato di Messina, dove fruttivendoli e pescivendoli hanno parlato con Giorgia Meloni a tu per tu, e hanno trovato ascolto. Le hanno confidato le loro preoccupazioni, sapendo di trovare in lei accoglienza. Un riferimento politico. L’impegno. Dati reali, fatti concreti, e non mere chimere ideologiche o dibattiti che non si estendono oltre la ristretta cerchia di una nicchia di d’ascolto o di potere. Perché, come ebbe a dire il sociologo Luca Ricolfi  in un’intervista a Libero di maggio scorso, «sta cambiando qualcosa nei valori fondativi e nelle battaglie della destra e della sinistra. Che, al momento, sembrano essersi scambiati i ruoli…».

Pubblicato da edizioni24

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