By Marco Leardi
Il fetido vento dell’antisemitismo non smette di soffiare. Una scritta contro Marco Carrai, console onorario di Israele, è comparsa nelle scorse ore fuori dalla sede della Fondazione Meyer di Firenze, di cui lo stesso manager è presidente. A caratteri cubitali e con uno spray rosso, i soliti ignoti che odiano Israele hanno tracciato una scritta a caratteri cubitali riferita proprio all’imprenditore fiorentino.”Carrai complice del genocidio“. E su un altro muro della recinzione è stato scritto “Free Gaza“. In questo caso con della vernice nera.
A dare la notizia del gesto, che racconta molto del clima di tensione degli ultimi periodi, è stato il presidente dell’Associazione Italia-Isreale di Firenze, Emanuele Cocollini, che ha senza mezzi termini ha parlato di “ennesimo atto intimidatorio“. Non è del resto la prima volta che a Firenze si verificano episodi di matrice antisemita. Proprio nei giorni scorsi, infatti, sulla porta della stanza di un docente di Giurisprudenza dell’Università di Firenze era comparsa l’incisione di una stella di David accompagnata da una scritta minacciosa. Ne aveva dato notizia lo stesso ateneo, spiegando di aver denunciato l’accaduto alle autorità competenti.
Ora il gesto contro Carrai. Chiamato esplicitamente in causa con accuse assurde. “Le scritte sui muri fuori dalla sede della Fondazione Meyer sono l’ennesimo atto grave e intimidatorio nei confronti del Console Marco Carrai. A lui va la nostra vicinanza e solidarietà“, ha scritto Cocollini in una nota. E ancora: “Condanniamo, inoltre, ogni accostamento fra genocidio e Israele, così come ha detto recentemente anche la senatrice Liliana Segre: non bestemmiamo“.
Nelle scorse settimane, intervistato dal Tempo, proprio Carrai si era detto preoccupato dal ritorno dell’antisemitismo. “È del tutto inutile illudersi che l’antisionismo non sia antisemitismo. Sono semplicemente due facce della stessa medaglia. Chi pensa di poter dividere il popolo ebraico da Gerusalemme non si rende conto che sta minando le origini stesse della nostra comunità“, aveva denunciato l’imprenditore toscano, che recentemente era stato contestato dagli ambienti vicini ai collettivi antagonisti proprio per il suo ruolo nella Fondazione Meyer.
“Carrai, con l’accettazione acritica dell’operato sionista, sta di fatto appoggiando lo sterminio del popolo palestinese. Noi ci chiediamo dunque dove sia finita l’etica della Fondazione Meyer“, avevano attaccato alcuni attivisti riconducibili all’ultrasinistra.