Per lo “spione” dei russi Walter Biot, trent’anni di carcere: “Atti gravi, è stato colto in flagranza”

Trent’anni di carcere. Questa la condanna del Tribunale militare di Roma per Walter Biot, il capitano di fregata, arrestato dai carabinieri del Ros il 30 marzo 2021 con l’accusa di spionaggio per aver passato documenti segreti a un funzionario russo in cambio di cinquemila euro. Per Biot, che ha assistito in aula alla lettura della sentenza, la procura militare aveva chiesto la condanna all’ergastolo. I giudici militari, nel condannare Biot a trent’anni, hanno riconosciuto le attenuanti generiche. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.

“Biot ha fatto commercio di atti segreti ed è stato colto in flagranza” ha sottolineato il sostituto procuratore militare nel corso della requisitoria. La procura militare, guidata da Antonio Sabino, contesta a Biot le accuse di rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio, procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio, esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio, procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato e comunicazioni all’estero di notizie non segrete ne’ riservate. Nel procedimento sono parti civili la presidenza del Consiglio dei Ministri e il ministro della Difesa.

Nei confronti del capitano di fregata procede anche la procura di Roma che, nell’inchiesta della pm Gianfederica Dito coordinata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, contesta le accuse di spionaggio, rivelazione di segreto di Stato e corruzione. Biot per queste accuse è sotto processo davanti alla Corte di Assise di Roma.

L’accusa aveva chiesto per Biot l’ergastolo. Durante l’udienza, il rappresentante dell’accusa aveva ricordato le testimonianze e le immagini di due telecamere nell’ufficio di Biot, dalle quali si vede l’ufficiale alla sua scrivania prendere una scatoletta da cui estrae un cellulare, inserire una scheda Sd e fotografare lo schermo del pc e documenti cartacei. Infine Biot inserisce la Sd in una scatola di medicine, nascosta nel ‘bugiardino’ e mette tutto nel suo zaino. “Tra i 19 documenti fotografati da Biot ce ne erano alcuni Nato secret, riservatissimi, e uno Top secret” ha spiegato in aula l’accusa. Secondo quanto riferito da testimoni nel corso del dibattimento, come ricordato dall’accusa in aula, i documenti in questione riguardavano alcuni la lotta all’Isis mentre altri mostravano debolezze e criticità dell’Alleanza Nato, specie dal punto di vista navale e marittimo. ‘Falle’ che sarebbero poi emerse proprio durante la crisi in Ucraina e l’invasione russa.

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