9 maggio, Daniele: “La nostra libertà anche grazie a Moro, Impastato e Livatino. Chi ignora, è schiavo”

By Gaetano Daniele

Non tutti conoscono o ricordano questi nomi. Molti li leggono ora, li vedono scorrere sui social. E ignorano. Il 9 maggio è una data che ha segnato profondamente la nostra Italia. È l’anniversario del tragico ritrovamento di Aldo Moro, rapito e brutalmente assassinato dalle Brigate Rosse. È il giorno del sacrificio di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia dopo essersi ribellato a Cosa Nostra; e della beatificazione del giudice Rosario Livatino. È la data, non a caso, scelta per celebrare la memoria delle vittime del terrorismo. E se oggi possiamo godere delle nostre libertà è anche grazie al loro sacrificio. Ci hanno insegnato a ribellarci alle prepotenze. Anche contro uno Stato che non sempre è stato cristallino.

Stamane il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto una corona di fiori in via Caetani, la via divenuta famosa a causa dei numerosi dosguidi. Dove fu ritrovato il corpo dell’onorevole Aldo Moro. Le massime autorità dello Stato hanno richiamato la stagione del terrorismo con animo commosso, dal presidente della Cameri Roberto Fico a quello del Senato: “L’esperienza del terrorismo è per definizione un attentato alle libertà costituzionali, a quelle individuali come a quelle collettive. Per questo, gli anni di piombo sono stati per l’Italia una stagione lacerante- ha detto il presidente del Senato, Elisabetta Casellati. Ad essere messa alla prova era la tenuta stessa della società e delle Istituzioni. Eppure, l’Italia non ha ceduto al metodo della paura”.

Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha invitato a non sottovalutare episodi inquietanti:  “Il 9 maggio 1978 ha segnato una delle pagine più drammatiche della storia della nostra Repubblica – ha detto – con il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, rapito e ucciso dalle Brigate Rosse. Il terrorismo oggi si presenta in forme inedite e sempre più insidiose: pensiamo solo alle recentissime minacce ricevute dal Tg2 e dal direttore Sangiuliano, con tanto di simbolo delle Br, che ci ricorda sempre un decennio di orrore”. Un riferimento opportuno: nel mirino dei P38-La Gang , band che inneggia alle Br e al terrorismo è finita anche Giorgia Meloni. La band trap molto apprezzata dall’estrema sinistra italiana,  in questi giorni è stata al centro di polemiche sui social, ha minacciato  in modo esplicito la presidente di Fratelli d’Italia.

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