Critiche a ith24? Daniele: “Canta che ti passa”

By Nina Z (Per ith24)

Botta e risposta tra Gaetano Daniele ed un fake che attacca ith24. (Luigi Castaldo alias Johnny Deep). Il fake, senza usare mezzi termini, ha definito il Sito personale diretto da Daniele “Poca roba, piccolo fascista, “per noi”. E Daniele ha replicato: “Canta che ti passa, sarai a tuo agio… (per modo di dire..). Il coro non ti manca. Io non amo comandare, non mi prendo sul serio, disprezzo i narcisisti, la politica mi sta sul cazzo, soprattutto da quando lasciai la segreteria di partito avendo ottenuto anche ottimi risultati in termini di votI e ruoli di rilievo. E resto sempre un disgraziato di provincia”. Esordisce così Gaetano Daniele.

C’è sempre una buona scusa per intervistare Gaetano Daniele: i suoi articoli sono sempre una lezione di stile. Ascoltarlo è un’esperienza. Ogni intervista è, in prima istanza, uno spettacolo che allestisco, con la sua complicità, per me stessa. Certo, poi, penso anche a portare a casa qualcosa per i lettori. Prima di tutto, però, desidero divertirmi e non si può certo dire che lui mi neghi questo piacere. 

Questa volta il pretesto è la recente uscita di un articolo che ha mandato al manicomio qualcuno spingendolo a creare addirittura un Nick falso (come Federica Tiberi) e gettare fango su Gaetano Daniele e sul Sito. (ID di Facebook già memorizzati). Ma perché? Cambia canale. Mi verrebbe da dire. Anche se le critiche sono il sale della democrazia. Ma ith24 è un Sito personale, per leggervi il contenuto devi proprio entrarci di proposito. E questo già è un traguardo, perché significa che il contenuto interessa, molto.

Naturalmente, come sempre capita con una mente vulcanica, si parte con l’idea di attenersi a un tema, ma la genialità non si fa contenere e si ribella a qualsiasi richiesta stringente che voglia limitarla. Una cosa, comunque, è certa: anche questa volta, Gaetano Daniele è stato superlativo.

Signor Daniele, i suoi articoli mandano sempre al manicomio qualcuno, ma lei sembra essere divertito.

Questo non lo so. Io sono una persona normale, semplice , bravo a Jhonny Deep: piccola. Ma senza inibizioni, che scrive ciò che ha in testa. Non mi faccio seghe mentali né troppe domande. Evidentemente però è chiaro che se evochi certe situazioni… Io, comunque, non cerco mai di mettermi al centro della scena. Mi basta trasmettere qualche emozione al lettore. Per il resto chissenefrega. Cazzi loro.

Ma come è nata l’idea degli articoli

L’idea fu divertente. Mi ricordo che entrai in un giornale di afragola, in provincia di Napoli con un animo non particolarmente entusiastico. I giornalisti erano pochi e tutti tristi, convinti di dover celebrare a breve il loro funerale. Tra questi c’era un signore con degli occhiali molto spessi, un miope incredibile, uno specchiato, successivamente si sottopose a un intervento chirurgico e ora ci vede benissimo, beato lui. Mi incuriosiva questo soggetto vestito in un modo diciamo un po’ particolare, perché è vero che l’abito non fa il monaco, però è la prima cosa che noti di una persona. Dopo qualche giorno capii che era assolutamente uno affidabile e avendo qualche soldino da parte proposi lui di fondare un nuovo giornale. Questo nel 2007. Fu un successo. Naturalmente, quel ragazzo maturò, diventò un bravo giornalista e mi sembra che lo sia tutt’ora. Anzi. A mio avviso è uno dei migliori in Campania.

Ma cosa la colpì, in prima istanza, di quel ragazzo?

Mi colpì il fatto che fosse abbastanza taciturno e che trascorresse i pomeriggi chino sulla scrivania, senza rompere i coglioni, il che è una dote rara. Eseguiva il suo lavoro in modo egregio. E credo di non aver sbagliato nella valutazione. Oggi la sua TV fa ascolti record.

Meglio dirigere un giornale, o trovarsi in uno dei vari ruoli che ha ricoperto sotto le armi?

Il lavoro che ho fatto più volentieri è stato quello dell’inviato, perché godevo della fiducia delle persone che ci cercavano per metterci al corrente delle loro problematiche. L’Esercito è un tutt’uno con il mio spirito. È come se non l’avessi mai lasciato. Li non coltivi amicizie. Resterà per sempre la tua seconda famiglia.

Le cosiddette proporzioni?

Ma non esistono proporzioni. Le proporzioni dei coglioni sono più o meno uguali per tutti.

Tornerebbe mai in un giornale senza un ruolo di leadership?

A me della leadership non me ne frega un cazzo, onestamente. Non ho mai amato comandare, perché mi dà fastidio il rapporto con le persone. Oggi, sia chiaro, non sarei più in grado di farlo, perché bisogna viaggiare tanto. E al momento sono impossibilitato. Ma la vita è lunga…Ma soprattutto potrebbe essere ricca di soddisfazioni. Chissà, vedremo. Non faccio programmi a lungo termine. Non sono un illuso.

Leggevo dei suoi vari successi in termini di ascolti.

Forse domani, perché fino a oggi non mi sono reso conto proprio di un bel niente. A volte mi capitava di raccontarlo a qualche buon amico giornalista de Il Mattino, e me lo ritrovavo pubblicato.  A molti di loro mi lega una forte amicizia. Non riesco a darmi delle arie. Ho bisogno di tutto l’ossigeno possibile, perciò non me ne avanza per darmi delle arie. Poi non scrivo articoli per mettere me stesso al centro di tutto. Non apprezzo il narcisismo e l’ostentazione mi infastidisce. Anche se la conosco molto bene, e ogni tamto mi piace frequentarla. Anzi. A volte nei miei viaggi di piacere portavo con me coloro i quali non avrebbero mai potuto permettersi una vacanza. Perché esistono anche gli sfortunati. Parlo per il passato. Anche se oggi quei sfortunati hanno fatto carriera. E mi hanno addirittura superato in termini sociali ed economici. E questo mi fa enormemente piacere. Perché chi vale vada. Poi lo sfarzo non fa per me, e rincaso. Preferisco una buona crostata fatta in casa. Il fatto è che, per ogni personaggio che ho incontrato, ho citato degli aneddoti che credo siano inediti e possano interessare il pubblico. Io, poi, non pensavo neppure di fare il Blogger come ti dicevo, e invece iniziai nel 2007. Avevo anche un minimo di predisposizione, ma quando dovevo parlare con qualcuno, dicendogli cosa fare, mi rompevo le palle in modo incredibile. Non mi piaceva nemmeno dire alla mia collaboratrice di portami un caffè, perché me lo so fare da solo. Io non amo comandare. Mi lavavo, come a tutto oggi, anche le mutande da solo. Anche in casa non ho mai fatto il ducetto. Non mi viene, è contro la mia natura.

Lei è il mio mito. Mi fa morire…

Mamma mia, mi fai arrossire, malgrado io il rosso non lo ami molto… Preferisco la Sprite.

Come nella canzone di Gaber, “Non arrossire

Gaber è stato un grande. Le sue canzoni mi divertono. La mia preferita: non sono di destra, neanche di sinisrra.

Non posso fare a meno di notare, nei suoi articoli, che, tra i vari momenti di humor e cinismo, torna sempre con una certa regolarità alla vita.

Se ognuno di noi si facesse i cazzi suoi non esisterebbero neanche più le guerre. Ognuno di noi ha la propria vita. Come le idee. L’importante è non rompre il cazzo al prossimo. Anche a me capita di leggere altri articoli di altri giornalisti, se non lo condivido, o lo critico, mettendoci la faccia, oppure abbandono la discussione. Semplice.

Ma scrivere serve a esorcizzare, o no?

Sì. Quando scrivi, essendo in intimità con te stesso, viene fuori quello che pensi e che provi. Come nel caso del Fake. Ti rendi subito conto dell suo Ego.

Come si è sentito la prima volta che ha visto il suo nome sul Sito.

Adesso non sento più niente, anche se sono sempre curioso di vedere come va il mio pezzo. Se tira oppure è una pippa.

Le condivisioni che ha avuto di più?

Un articolo una volta raggiunse le 6040 condivisioni. Mi chiamavano finanche persone che non avevo tra i miei amici social, per dirmi che altre persone avevano condiviso il mio pensiero è di averlo appreso da loro. E questo mi ha inorgoglito.. Comunque il Sito va forte in termini di ascolti. La conferma te la danno i Fake.

Mi colpisce sempre una cosa: a differenza di come vogliono farla apparire, lei è molto vero, sincero, genuino..

Ma sul Sito se sei profondo, rompi il cazzo a tutti. Meglio dire quattro cazzate, farli divertire, e finita lì. Il lettore vuole istruirsi ridendo. I piagnistei non li legge nessuno. Nemmeno io.

Anche questo mi piace di lei, come riesce ad alternare il senso del tragico all’ironia. È una delle sue caratteristiche migliori…

Questa mattina sono andato a rinnovare il Green Pass in Farmacia da una mia carissima amica, perché il precedente distrattamente l’ho lavato in lavatrice insieme ai Jeans.  E lei mi ha detto: “Ho visto che nel tuo ultimo articolo parli di tua madre. Io l’ho persa 3 mesi fa. Come l’hai superata?”. Le ho risposto che la morte fa parte della vita, e poi una mamma non muore mai: la porti sempre viva nel tuo cuore. Mi è dispiaciuto solo che non abbia potuto vedere realizzato uno dei suoi sogni, che si è verificato dopo la sua morte. Mi ha guardato e mi ha detto: stasera ti voglio a cena a casa mia. È bastato poco. Ora non me ne voglia se l’ho citata. Ma almeno mi sono guadagnato una cena. E a me per sfamarmi ce ne vuole…

Ma lei come prende spunto per i suoi articoli?

Prendo molti spunti da chi reputo maestro dell’informazione. E poi scrivere non è come pisciare, ma devo ammettere che alcuni scrivono come se pisciassero. E lo fanno controvento. Anche perché quando si scrive bisogna pensare a quello che si sta facendo, non è che ti viene così come la pipì. Per scrivere non dico che bisogna avere un’idea, ma almeno mezza. Quello è il problema. Molti parlano nonostante non abbiano idee proprie, ma si appropriano di quelle degli altri, all’occorrenza.

Chi è il suo preferito?

Amo la Fallaci. Quando la leggo quasi raggiungo l’orgasmo. Uno dei tanti comandanti che portavo a spasso per l’Italia era molto amico della Fallaci. E una volta ho avuto l’onore di stringerle la mano. Quasi svenivo. Lei era di una bravura incredibile. E la cosa che mi affascinava di Lei è che si prendeva molto sul serio in quello che faceva. Ovviamente mi riferisco ad Oriana Fallaci. Lo specifico a scanso di equivoci. Qualcuno potrebbe anche non conoscerla. In breve, non è la mia amica farmacista. Tanto meno una fake.

Vuole dare qualche consiglio ai fake?

E a me chi me lo da? No no, di continuare così. Si dice: si come sei che non è peccato. Perché cambiare il loro essere? Lasciamoli cosi come sono. E poi se smettessero lei perderebbe la occasione di un’altra intervista.

Ma secondo Lei perché nutrono questo sentimento di nascondersi?

Ma io scrivo post, mica faccio lo psicologo.

Sì, però è stato un militare ed ha rappresentato migliaia di soldati. Era un rappresentante Cobar. Forse potrebbe dare una spiegazione più pratica a questo?

Potrei. Ma potrei sbagliare. Non sono mica il patreterno.

Signor Daniele, io la adoro. Ma potrebbe articolarlo un pensiero?

Non mi faccia troppe sviolinate altrimenti qualcuno potrebbe pensare che mi sia fatto da solo le domande, caso mai inventandomi pure il suo nome. Sa, la lusinga fa bene alla salute. Ma non è questo il caso. E oggi non mi meraviglio più di nulla. Ne ho scritte e sentite di tutti i colori. Comunque cercamdo di interpretare i fake. Io li vedo come itamti piccoli peccatori senza coscienza. Anime vacanti, perse. Che cercano di redimersi a modo loro. Se hai paura che fai? Di solito urli, minacci, aggredisci Se racconti una bugia dopo che fai? Hai più il coraggio di guardare negli occhi la persona denigrata? E se commenti un reato grave, qual è il modo migliore per non affrontarlo? Di solito scappi nascondendoti dietro un racconto distorto affidandolo a chi in quel momento ti ascolta. I fake non hanno coscienza, questo è un dato certo, e già parlarne merita di per sé una penitenza, ma non sono fessi. Ragionano. Molto spesso sono astuti. Mettono in scena quelli che per loro sono i punti forti: una donna il perizoma. L’uomo i soldi. Dipende sempre chi hanno difronte. Con me forse si nascondono perché sanno di non poter reggere un confronto, un ragionamento: sia esso culturale, politico o di altra natura. Una volta una mia carissima amica mi disse: “sai perché quella persona ti evita? Perché è gelosa di te. Tu sei brillante, lui no. Non vedi? Si accerchia solo di amici inferiori a lui e li sfrutta”. Ecco. Per questo si rifugiano sempre o dietro ad altre persone oppure dietro Nick falsi. Tutto il resto è solo scena. E quindi preferiscono raccontare in giro la loro verità. E di solito chi li ascolta non potendo sentire l’altra campana (perché la campana fa Din Don Dan) solidarizzano. E nel 99,9% di chi le ascolta anche se matura dubbi gli da ragione. E da questo nasce la cosiddetta ragione dei fessi.

E ora che pensa quella sua amica che le suggerì che la evitavano perché gelosi e invidiosi di lei?

È a casa di quella persona. Ha cambiato idea. Si e ricreduta. Del resto solo i fessi non cambiano mai idea. Ora è a Verona. Ecco. Questa razza potrebbe appartenere ad un probabile fake. Rivenderebbero tranquillamente quella stessa persona per 30 denari. È il loro essere.

Ma come le vengono queste irisposte? Ma lei è geniale. Quando mi da l’onore di un’altra intervista?

Quando vuole. Però ora mangiamoci il panettone. Ci sono persone che non possono permettere neanche quello.

Dove trascorrerà queste feste?

Non me lo ricordi. Una botta in fronte. Regali regalini, le solite facce da cazzo che non puoi far a meno di vedere per formalità. Per non parlare dei 300 messaggini di augurI che ti arrivano su whattsapp anche da chi hai sentito solo una volta nel 2001 caso mai per chiedere lui se avesse un libro in particolare. Che palle. Comunque a Natale, stranamente mi hanno invitato i miei familiari. Stranamente perché con il covid hanno paura anche a salutarti da dietro la porta. Per capodanno vediamo. Quest’anno voglio godermi i fuochi. A mio figlio piacciono molto. Buon Natale e felice anno nuovo a tutti. E cantate sempre sorridendo. E se non vado errato questa è la seconda volta che le auguro Buon Natale.

Non c’è due senza tre?

Due bastano e avanzano. Riprendiamo a Gennaio. Mi piacerebbe parlare di Jus Soli. Politica migratoria. Sanità. Scuola. E soprattutto di Covid. Lasciamo perdere i fake, Di cosa puoi parlare con un fake? Non conoscono nemmeno chi è il loro ministro della Difesa etc. Non conoscono la costituzione. Non conoscono nulla, tranne il valore materiale delle cose: la bella macchina, il posto fisso e i soldi. E forse i vestiti, facendoseli regalare.

Ma Castaldo non è anche un’altra persona che l’ha minacciata?

No. L’altro è reale. Il suo ID è stato denunciato. E presto mi auguro di vederlo in faccia. Così spiegherà il perché mi minacciò velatamente e a che titolo mi scrisse. Ma non voglio entrare in inchieste. Aspettiamo. E a me non manca il tempo.

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