25 aprile, approvate le due mozioni. Malan manda ai matti la sinistra: non possiamo stare in un eterno 1944 (Video)

Il Senato ha approvato entrambe le mozioni sul 25 aprile. Quella della minoranza (Pd, M5S, Italia Viva) e quella della maggioranza a firma dei capigruppo di Fdi, Lucio Malan, Lega, Massimiliano Romeo e Fi, Licia Ronzulli.

La prima, approvata con 133 voti favorevoli e nessun contrario (un solo astenuto) impegna il Senato, richiamandosi alle parole della senatrice Segre, ad “adottare le iniziative necessarie affinché le commemorazioni delle date fondative della nostra storia antifascista si svolgano nel rispetto della verità storica condivisa e possano, solo così, essere terreno fertile per il mantenimento e la costruzione di un’identità collettiva e del senso di appartenenza a una comunità”.

La mozione della maggioranza (78 voti a favore e 29 contrari), dopo aver riconosciuto “l’importanza delle date che ricordano momenti fondamentali della storia dell’Italia unita, libera e democratica”, a partire da 25 aprile, chiedono che le giornate di commemorazione “rappresentino momenti di effettiva condivisione e partecipazione di tutte le componenti politiche e culturali che si riconoscono nei valori della libertà e della democrazia, e rafforzino i sentimenti di unità nazionale, di inclusione, di perseguimento del bene comune e, ove necessario, di riconciliazione”. Non mancano riferimenti ai valori della Costituzione, richiamata dalle parole di Mattarella – che la mozione ripropone – anche quando parlò dei “tragici fatti del 16 aprile 1973 a Primavalle, nel contesto della diffusa violenza politica di quegli anni, con il comune auspicio che mai abbia a ripetersi una simile stagione”.

Tra le ricorrenze citate, oltre al 25 aprile, ci sono «il primo maggio, Festa del lavoro, il 2 giugno, nascita della Repubblica e elezione dell’Assemblea Costituente, il 17 marzo, proclamazione del Regno d’Italia, il 4 novembre, Festa dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate, e altre in memoria di pagine particolarmente significative come il 27 gennaio, Giornata internazionale in memoria delle vittime della Shoah, il 10 febbraio, Giorno del ricordo in memoria dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata, il 18 aprile, quando gli elettori italiani collocarono la nostra Nazione nel mondo libero e democratico, il 9 novembre, Giorno della libertà, quale ricorrenza dell’abbattimento del muro di Berlino».

In premessa, la mozione si richiama «alla Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa e in particolare alla “posizione unanime – in essa espressa – contro ogni potere totalitario, a prescindere da qualunque ideologia”, e segnatamente contro il nazismo, il fascismo, il comunismo.

Intervenendo in aula il senatore Malan, capogruppo di FdI, ha replicato a Francesco Boccia del Pd: “Non ci avete visto arrivare – ha esordito ironicamente – non avete capito la nostra mozione, i valori in essa proposti, voi avete difficoltà a fare condivisione. Ma noi votiamo la mozione che voi avete presentato, che voi dite inclusiva, ma che avete presentato senza chiederci una condivisione. insomma voi presentate la mozione e noi dovremmo votare senza discutere”.

Ha poi ricordato che il 25 aprile in molte occasioni si è rivelato un giorno di divisioni, come quando sono stati fischiati i partigiani della Brigata ebraica o come quando è stata spintonata Letizia Moratti che partecipava alle celebrazioni. “Voi – ha detto ancora – ci rimproverate perché nella nostra mozione non c’è la parola antifascismo ma quella parola non c’è neanche nella Costituzione. Piuttosto voi dimenticate che la Costituzione fu approvata con l’apporto dei comunisti ma c’erano anche altre formazioni. Noi riteniamo che si debba essere ben coscienti del fatto che non vogliamo vivere in un eterno 1944. Poi è venuto il 1945. Noi siamo per la fine della guerra”.

“Il 25 aprile – ha concluso – è data fondamentale, se non fosse stato sconfitto il fascismo non avremmo avuto la Costituzione, ma se il 18 aprile del ’48 non fosse andata come è andata, ci sarebbe stata un dittatura di altro tipo”.

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